Dopo qualche giorno di assenza da queste colonne, ricomincio di gran lena raccontandovi delle prime riprese del film “Gli anni e i giorni”: ho visto le prime interviste, i primi ragazzi, le prime risposte. E qui viene il bello, perché uno sceneggiatore può anche immaginarsi tutto, ma non come e che cosa risponderanno dei ragazzi che hanno un bel po’ d’anni meno di lui. E allora, ascoltate le risposte, si tratta di ricalibrare il passo e il tiro, di aprire nuove strade, di tentare nuove sortite. Insomma, non si può pensare che in un lavoro del genere tutto fili via come l’olio, ovvero che il progetto resti quello da inizio a fine. E così prima si scrive qualcosa, poi si ascolta, si cancella e si riscrive di nuovo, e poi ancora. La scrittura non è mai una, semmai multipla, continua, ininterrotta. Un’opera aperta, come si conviene al soggetto e al tema.
2 Commenti
Oddio, qualche idea ce l'abbiamo anche noi, dai…
Quindi navigate a vista…
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