La Società Dante Alighieri ha promosso la campagna «Adotta una parola»: in collaborazione con quattro dizionari d’italiano (Devoto Oli, Garzanti, Sabatini Coletti e Zingarelli) ha selezionato le parole in via d’estinzione nella nostra lingua e le propone ai navigatori via web. Sul sito dell’iniziativa è possibile adottare una parola e diventarne il custode per un anno. Il compito è quello di impegnarsi a promuoverne l’utilizzo, segnalarne abusi ed errori, registrare nuovi significati. Un’iniziativa creativa, stimolante, nel segno delle parole belle che di quando in quando mi diverto a proporvi. Una domanda: ma la nostra lingua è davvero a rischio estinzione? O semplicemente evolve, come ogni organismo sano e vitale?
15 Commenti
Il tuo imbranato mi ricorda mr. Prufrock di Eliot, che allo specchio si domanda "do I dare?" Senza il lieto fine tra i pali, certo, che però è merito delle ragazze.
Ecco, questo è il mio testo.
Paolo G.
Pro imbranato
L'imbranato, si sa, è fatto così: a suo particolare modo. Che poi ci fa anche una certa tenerezza, ci fa. Perché, di sicuro, non è colpa sua se non riesce mai ad imbroccarne una buona. Il fatto è che nessuno gli spiega come funzionano le cose, e lui, di suo, non immagina. Non si butta. Non ci prova. E resta lì, imbastito, imbrigliato nei suoi chi-lo-sa.
L'imbranato, a calcio, perlopiù lo mettono in porta. Per non far danni, dicono. Lui va a piazzarsi, un po' imbambolato, e con lo sguardo incomincia a misurare incessantemente la giusta distanza dai pali, per star bene nel mezzo. Intanto che misura, è regola che la palla di un retropassaggio gli si infili insidiosa tra le gambe appena divaricate e finisca in rete.
L'imbranato, a calcio, una seconda possibilità non gliela lasciano mica.
L'imbranato, quando esce la prima volta con una ragazza, suda moltissimo per il troppo imbarazzo e lei gli deve insegnare tutto: come ci si abbraccia, dove si mettono le mani e tutto il resto. Persino a baciarla, persino. Lui, di solito, è un attimo che impara e dopo non la smette più. Di immaginare, di buttarsi e di provarci. Anche con le altre, ci prova.
L'imbranato, in genere, dopo aver baciato una ragazza, diventa un portiere fortissimo e tutti a chiedersi come sia potuto succedere.
Bella Paolo!!! Dai… continuiamo le adozioni e scriviamo qualcosa a più mani usando tutti i trovatelli. Potremmo usare la tecnica di quel vecchio gioco: un foglietto che gira e una frase a testa e a rotazione.
P.S. Sempre che Claudio decida…
P.P.S. Sto (finalmente) leggendo (con gusto) il tuo libro.
Fatto: mi è sembrato giusto, in conseguenza del post su questo blog (http://claudiocalzana.blogspot.com/2011/06/imbranato.html) , adottare "imbranato".
Paolo G.
Ne ho adottate altre due. Oggimai e obbliare (con due "b"). Desuete e per questo da usare e non dimenticare. Sarà dura!
Capito, ci provo. Lascio che sia.
Fatti scegliere. Come accade quando devi decidere per un cucciolo in una cucciolata…
Eh, son qui che ci penso. Come ogni intellettuale che si rispetti non vengo mai a una. Troppa offerta, diciamo.
Grazie Maestro!!!! E tu che parola hai adottato?
Bellissimo! Brava! Punto migliore? "Lo sgarro fa esplodere lo spread", senza dubbio.
Finalmente decise di sgarrare. "Non si può", di continuo le dicevano. "Non si può".
Fece un lungo respiro, chi sgarra è additato e messo all'angolo da sguardi di rimprovero. Chi sgarra è emarginato. A meno che non sia snobismo sotto un riflettore – tipo Isola dei Famosi e relativi culi nudi, per intenderci -, lo sgarro è socialmente condannato. Chi sgarra, tanto più se lo sgarro, reiterato, si consuma nel lettone di Putin a onta del popolo italiano, è oggetto di compatimento. Lo sgarro fa esplodere lo spread!
Fece un lungo respiro e sgarrò, addentando quella coscia di pollo portata alla bocca da gaudenti dita gocciolanti gustoso sughetto profumato di maggiorana e rosmarino. Al pranzo di gala dell'ambasciatore.
gli unici che sembravano avere lemmi ancora adottabili: Devoto & Garzanti
Su quale dei 4 dizionari?
Ho adottato una parola: "sgarrare"! Mi si addice, sì, mi si addice. Me piasce…
L'italiano è un po' malato, nel senso che viene trascurato, maltrattato, ignorato anche. Certo, con il tempo cambia, anche se vivendoci dentro non ci accorgiamo. Ma se dovessimo andare all'estero per tanti anni, al ritorno ci accorgeremmo che qualcosa è cambiato. A me è successo, due anni appena fuori e al rientro già il tassista diceva cose che non mi tornavano.
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